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al testo di Giulia Archer
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Prima tappa: Milano
Lo slavazzone estivo che da Genova sui tetti luccicava terrazze fiori e asfalti oggi grondeggia sul tetto e scolari del Milano campagna Abiategrasso accompagna il Naviglio fuori sponda echeggia in voci concitate di giovani con gli occhi già stancati. Vedi l'Italia da vetri appannati lustri dove le scritte hanno infrescato un dito. Seconda tappa: Lerici Si affaccendano i miei vicini in orti piccoli e puliti come santuari. Senti passando un gratticchiar di zappe ma non vedi: i cannicci nascondono erti lungo il sentiero le loro devozioni. Qui è quasi primavera nell'inverno e le mimose sfioccheranno tra poco: solo un verde ingiallato per ora spunta tra pini a dire che il loro destino è segnato. Un nugolo di uccelli all'orizzonte sfila dietro il traghetto di Tellaro che attraversa la luce fino a Lerici. Dal villaggio in collina un coro di vetri luccicanti rimanda verso il mare raggi caldi perduti dal sole. Spalancate bocche di una terra che non domanda più se di tanta bellezza poi si muore. Terza tappa: Verona I colli di Verona alabastrati cieli di Francia su giottesche torri. Solo i nastri d'asfalto inzaccherati ricordano che l'uomo vuol morire. |
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